Continua con questo secondo articolo la nuova rubrica “decrescita creativa”, curata da Serena De Dominicis, critica e storica dell’arte – arte che può essere una delle strade per quel “reincanto del mondo” necessario per la decrescita (qui il primo articolo).
Decrescita creativa #2. Alt Shift Festival. La funzione multiforme dell’arte.
Già in precedenza ci siamo occupati dell’Alt Shift Festival, ma torniamo sull’argomento per approfondire con Lara Stammen, membro dell’associazione promotrice Shift Slow e tra i coordinatori del Festival, forme e modalità del coinvolgimento dell’arte nell’iniziativa. Giunto alla sua seconda edizione, il Festival è stato ospitato quest’anno presso il Kunst in der Natur.
L’Alt Shift Festival nasce nel 2022. Quando avete deciso di includere l’arte come linguaggio all’interno del palinsesto? Come e con quali finalità è coinvolta la creatività artistica rispetto ai temi dell’iniziativa?
Le arti sono state al centro dell’Alt Shift Festival fin dal suo inizio. Noi, il team organizzatore, siamo un gruppo interdisciplinare internazionale che comprende un attore, un artista concettuale, un videografo, un ricercatore artivista e attivisti della decrescita con formazione economica o antropologica. La nostra ambizione con l’associazione Alt Shift è quella di creare uno spazio per il movimento per la decrescita in cui la conoscenza possa essere generata e condivisa in contesti e modi meno accademici. Il Festival invece offre uno spazio per incontri creativi, concreti, olistici e artistici. Vogliamo uscire dal mondo accademico e avvicinare il movimento per la decrescita nella sua essenza, che vediamo nella co-creazione artistica. Perciò questo è il nostro modo di trasmettere i temi del Festival come la giustizia ambientale, l’anticolonialismo e la solidarietà intersezionale. Oltre a essere un buon canale di trasmissione di tali argomenti, percepiamo le arti anche come un modo per generare conoscenza su argomenti che ci stanno a cuore.
…Hai appena anticipato la mia seconda domanda, ovvero, qual è per voi il ruolo dell’arte? Quale contributo può dare alla decrescita?
Il ruolo delle arti nel guidare il cambiamento ecologico sociale è molteplice:
– Le arti aiutano a comunicare attraverso vari formati che possono essere più accessibili, o avere un pubblico diverso rispetto ai documenti o ai testi accademici.
– Nella funzione comunicativa, le arti possono contribuire ad “abbellire” le proteste o le azioni e a renderle più efficaci, ad esempio catturando l’attenzione, divertendo e generando una comunicazione emotiva che aiuta le persone a dare un senso al mondo.
– Le arti possono portare il pubblico a cogliere una prospettiva diversa o semplicemente offrire la possibilità di prospettive diverse al di là della narrazione standard di un argomento. Possono condurre a mettere in discussione tali narrazioni dominanti e a guardare oltre.
– Le arti possono sollecitare una maggiore resilienza delle comunità attraverso la già citata capacità delle persone di mettere criticamente in discussione le cose, insieme alla capacità di ripensare creativamente e di mettere in atto soluzioni.
– La pratica artistica può essere un collante per le comunità, conferire identità e creare spazi per tenere insieme le emozioni, anche quelle difficili, mentre si crea insieme.
L’edizione di quest’anno si è svolta al Kunst in der Natur in Austria. Che tipo di proposta artistica avete promosso? Chi ha scelto gli artisti?
Abbiamo coinvolto diversi soggetti in laboratori di vario tipo aperti al pubblico. Tra questi, il Colectivo Grietas è un collettivo di arte della decrescita nato dal master sulla decrescita di Barcellona. Sei studenti hanno collaborato all’iniziativa mentre in parallelo lavoravano ciascuno al proprio progetto finale di master così da creare un risultato artistico individuale da riunire poi in una mostra collettiva di arte della decrescita. La mostra ha lo scopo di spiegare la decrescita alle persone che non hanno dimestichezza con questo concetto, ma anche di far riflettere sulle connessioni tra decrescita e interventi d’arte coloro che sono già nella sfera della decrescita. Per raggiungere questo obiettivo la mostra fonde insieme aspetti audiovisivi e testuali.
Il collettivo si adatta sempre agli spazi in cui si trova e all’Alt Shift, l’evento è stato allestito all’interno di un capanno creato/ristrutturato durante il workshop Hands on Degrowth dell’edizione 2021 dell’Alt Shift, in cui si sono sperimentate varie tecniche di costruzione low-tech. Oltre alla mostra, il Colectivo Grietas ha tenuto anche un workshop in cui ha invitato le persone a sviluppare insieme altre idee per approfondire la mostra itinerante.
The Lab of Rooted Imagination invece è un gruppo di performance artiviste nato da una precedente edizione del master sulla decrescita di Barcellona. Hanno collaborato con Germinar-t, altro progetto di Shift Slow che si occupa di ospitare residenze artistiche sulla decrescita (di cui parleremo in un altro focus ndr.) e nell’aprile del 2023 hanno realizzato insieme una performance sull’attivismo intorno alla giustizia idrica ad Almeria, in Spagna. The Lab ha portato all’Alt Shift pezzi di questa performance e una performance realizzata nell’ambito di una residenza artistica al Palau Alos di Barcellona. La performance era un’opera teatrale in due atti che ci ha condotto attraverso il terreno del Festival. Nel primo atto, assistiamo a un processo in cui un vecchio piccione rischia di essere espropriato dell’albero su cui è cresciuta la sua famiglia a causa della ristrutturazione della foresta, mentre il pubblico decide l’esito del processo come giuria. Nel secondo atto, due Stati ormai cresciuti (Spagna e Francia) mostrano la loro vera identità di bambini litigiosi che giocano alla crescita, poi alla crescita verde e infine alla repressione e alla violenza della polizia, alimentata dalla mamma, l’UE, che dà qualche consiglio.
The Lab e Germinar-t hanno anche cooperato nel dare forma ad un workshop sulla co-creazione artivista mescolando esercizi pratici con la teoria sul perché dell’artivismo, e lasciando che i partecipanti concepissero collegialmente piccoli semi per progetti di artivismo.
Avevamo anche un nostro “Arts and Crafts Table” per laboratori di stampa su lino, stampa ciano-tipografica, marmorizzazione e sessioni di riciclo creativo per la realizzazione di portafogli in tetra-pack e la riparazione di abiti. I creativi del nostro team si sono alternati nell’ospitare l’ “Arts and Crafts Table” e nel fornire ogni tipo di materiale naturale e biodegradabile da mettere a disposizione delle persone durante il Festival.
Infine, Pulse Satisfaction, Jacht e Adama Dicko e Seno Blues sono stati i nostri artisti musicali, mentre abbiamo avuto anche una serata “a microfono aperto” in cui tutti noi siamo diventati un po’ artisti.
Come sarà coinvolta l’arte nella prossima edizione?
Poiché Germinar-t, The Lab of Rooted Imagination e il Colectivo Grietas fanno parte del team organizzativo o ne sono amici, siamo certi di proseguire la nostra collaborazione e reiterare la mostra e la performance sulla decrescita con nuovi contenuti. Ci piacerebbe una performance/intervento che si svolgesse durante tutta la settimana coinvolgendo tutti, ma i dettagli sono ancora tutti da decidere…
Immagine da Lab of Rooted Imagination – Carlo Sella