La localizzazione come antidoto alla globalizzazione e al collasso climatico: un importante convegno a Bristol
Di Gloria Germani
Localfutures.org/ Economics of Happiness è un organizzazione no profit non governativa pioniere nel movimento della localizzazione, cioè nel riportare l’economia a casa, nelle realtà locali vicine a noi. Per oltre 4 decenni si e impegnata ad aumentare la consapevolezza sulle cause reali della crisi ecologica, sociale ed esistenziale. La fondatrice, Helena Norberg Hodge, vincitrice del Premio Nobel Alternativo nel 1986 e del Goi Peace Award nel 2012, ha iniziato il suo lavoro nella regione himalayana del Ladakh, per poi estenderlo anche in Nepal e Bhutan, per contrastare le immagini idealizzate della cultura consumistica moderna che hanno invaso questi paesi negli ultimi 20-30 anni.
Oggi Local Futures ha uffici in US, UK, Messico, India e Australia, mentre i libri, i film di Helena oltre a molti materiali sono stati tradotti in oltre 40 lingue. L obiettivo di base è riportare l’ economia a livello locale mentre le istituzioni ci spingono continuamente verso la globalizzazione. I governi sia di destra che di sinistra sono schiavi di teorie economiche basate sulla Crescita attraverso il commercio globale. Per loro “Progresso” significa espansione tecnologica e mercificata, mentre “Libero commercio” significa libertà per aziende e banche internazionali.
Questo punto rappresenta un contributo importante di Helena Norberg Hodge nel dibattito sulla Decrescita. La Hodge infatti critica i trattati di deregolamentazione che si sono susseguiti soprattutto dal 1990 e che hanno abbattuto le barriere doganali dei singoli stati, che proteggevano la terra e i bisogni autentici degli uomini. Essi hanno dato sempre più potere alle multinazionali, alle banche, a discapito delle economie su piccola scala poco impattanti dal punto di vista ecologico. Tali trattati includono perfino il ISDS (Investor-State –Dispute- Settlement) che da il diritto alle multinazionali di fare causa agli stati se le loro leggi ambientali o sociali danneggiano i loro profitti. Di fatto, come ampliamente documentato, gli Stati importano ed esportano – non bene mancanti – bensì al contrario le stesse quantità di identici prodotti. Nel 2021 l’Uk importava 200 milioni di sterline di burro e ne esportava altrettanti. Gli USA importano carne bovina per 1 milione e mezzo di tonnellate e ne esportano altrettanta. La frutta dall’ Argentina è impacchettata in Tailandia e venduta in USA. L’UK manda il pesce in Tailandia per essere lavorato prima di venderlo in UK. Questo commercio pazzo (Insane trade) è uno delle cause chiave della crisi climatica, sebbene sia passato sotto silenzio. L’unica ragione alla base di queste pratiche commerciali è il profitto delle multinazionali e dunque il mito della crescita illimitata che si è dimostrato impossibile.
Local futures lancia 5 R simili alle 8 R di Serge Latouche. 1.RICONNETTERSI: trova un piccolo gruppo di persone con mentalità simile al tuo; cambia l’ io con il noi. 2. RIPENSARE insieme profondamente le assunzioni dietro a idee come progresso, ricchezza, felicità, natura umana; abbi cura di ripensare il futuro. 3. RESISTERE: forse la resistenza più importante e quella di unirsi al coro di voci che dicono NO all’economia globale. 4. RINNOVARE: ricostruisci le fondamenta della comunità, restaura le relazioni intergenerazionali, proteggi le risorse per le necessità primarie, sostieni i mercati locali, le piccole aziende, la democrazia su scala umana. 5. RIGIOIRE: riscopri la meraviglia e la bellezza della vita, sperimenta il senso di unità; riscopri la gioia delle culture tradizionali:canta, balla, cucina, fai artigianato, fai musica insieme.
Al Summit Planet Local tenuto a Bristol (UK) dal 29 settembre al 1 ottobre hanno partecipato oltre 100 relatori da 52 nazioni, con tutti i continenti rappresentati. Tra gli autori più significativi, oltre alla famosa Vandana Shiva che ha richiamato anche la Carta della East Indian Company come primo esempio di deregolamentazione e di estrattivismo, ricordiamo Satish Kumar, attivista gandhiano e direttore della prestigiosa rivista Resurgence-The Ecologist che ha parlato della differenza filosofica tra globale e locale. Il primo vede la natura come risorsa mentre il secondo vede la natura come origine della vita; pertanto lavoro umano e natura non sono strumenti per la crescita economica ma vanno rispettati nella loro integrità e dignità. Il locale favorisce la biodiversità che è un fattore centrale dell’evoluzione mentre il globale favorisce l’omologazione, distruggendo ogni diversità, anche culturale. “Questa è un’economia di morte non un’economia della vita”, ha concluso Satish.
Un intervento molto acuto e centrale è stato quello del neuropsichiatra Iain McGilchrist, che ha parlato della “Mente Divisa e la nascita del Mondo Occidentale”. Attraverso i suoi lavori e il celebre The Master and Its Emissary ha chiarito come l’emisfero sinistro, adibito al prendere,al ghermire, al pensiero astratto e calcolante, meccanico e numerico, ha preso il sopravvento sull’ emisfero destro, quello “femminile”, adibito alla intuizione, alla cura, alla sensibilità affettiva. Tale sbilanciamento sta alla base della visione materialista del mondo occidentale moderno e quindi l’unica via di uscita alle nostre numerose crisi sta in un cambiamento radicato nella mente: recuperare sempre di più la parte femminile, di ascolto, di cura, di capacità di relazione. Tutto è infatti relazione, niente è indipendente, e l’isolamento è un astrazione e non la norma. La bontà, la bellezza, l’amore non sono misurabili. Capire la copresenza degli opposti, la presenza del dolore, della complessità, è stato fondamentale per tutte le culture, mentre l’Occidente l’ha ignorato e lo fa sempre di più nell’assoluta arroganza di perseguire solo il piacere o il positivo. Oggi il dominio delle tecnologie digitali, della Ai, è la prova che l’emisfero sinistro ha preso pericolosamente il sopravvento su quello destro.
Un’altra autrice, Darcia Narvaez (US) integrando antropologia, neuroscienze, psicologia dello sviluppo infantile,.ha sottolineato la centralità di un lungo rapporto affettivo con i bambini per creare una società sana, ricca di benessere cooperativo, di intelligenza socio morale. Nel 95% della nostra storia, abbiamo tenuto in alta considerazione la condivisione e la cooperazione. Cosa è successo da quando la competizione e l’individualismo hanno preso il sopravvento? Una risposta decisiva a questa domanda è stata data da John Perkins ( US) celebre autore del best seller internazione Le confessioni di un sicario economico, che dopo il suo risveglio, si è fatto portavoce delle culture indigene che sono sopravissute per millenni. John afferma che quella attuale è un Economia Cieca.
Zac Goldsmith (Uk), già Ministro dell’ambiente nel governo Johnson (2019-22), ha sostenuto con forza che siamo in una fase ipercritica: 1/10 delle specie viventi si sta estinguendo ogni anno. Nei 10 anni a venire dobbiamo ripensare ecologia, educazione, natura. Il ruolo della politica è fondamentale perché i Trattati Commerciali sono fatti dai governi e attualmente sussidi pubblici giganteschi vanno nella direzione completamente opposta a quella oggi necessaria.
Camila Moreno ricercatrice della Federal Rural University of Rio de Janeiro, che segue le Cop sul clima dal 2008, lancia un grido di allarme verso i Carbon Credit, una soluzione assurda e fallace ( frutto dell’emisfero sinistro) che immette il neoliberalismo dentro la natura. E’una visione estremamente riduttiva e la scienza è schiava ( o artefice) di questo processo. Smarth cities, Cashless, Digital Identity sono tutti esempi di questo delirio digitale iper-razionale . Abbandonata la fede cristiana, l’Occidente ha abbracciato acriticamente la fede nella tecnologia, conservando la stessa fede nel tempo lineare (che altre culture non avevano) e trascinando con sé l’intero globo. La critica radicale delle soluzioni tecnologiche e meccanicistiche è condivisa anche dalla giornalista Mika Tsutsumi, celebre in Giappone per l’acuta critica del modello di crescita americano, che ha parlato di “Data monopoly in the World” (2022) e ei suoi effetti negativi non solo sul sociale ma anche nella psiche e nella personalità delle persone.
Helena Norberg Hodge in una delle assemblee plenarie, ha parlato in maniera toccante del suo centro: la sua profonda esperienza in Ladakh, nel 1975, che le ha fatto percepire una maniera molto più genuina di vivere, che non ha paura nemmeno della morte. Quando tornò nella sua nativa Svezia degli anni 80, all’apogeo dello sviluppo economico, con tutte le cose create industrialmente, vide gente sola, con depressione, alcolismo, alti tassi di suicidi. Da lì è nato il suo impegno per ribaltare la narrazione dominante del cosiddetto Progresso. I nostri bambini oggi sono costruiti da un “Armata di Algoritmi” e noi dobbiamo contrastare al massimo questa tendenza. Un altro punto centrale offerto da Helena al dibattito sulla Decrescita è che dobbiamo realizzare che non ci sono i cattivi, i malvagi ( quelli del WEF, per esempio) ma piuttosto tutti sono vittime di una visione cieca e falsa che impregna le istituzioni, le università, le leggi moderne, i governi sia di destra che di sinistra.
Un secondo punto chiarificatore che Helena Norberg Hodge ha lanciato verso i tanti gruppi new age è che non si può credere che tutto dipenda dal mondo interiore, dallo spirituale. Al contrario, l’interiore va sempre insieme al collettivo, con la dimensione culturale di un popolo (oggi duramente annichilita dal pensiero unico del sistema tecnologico-scientifico-industriale).
La conclusione di queste 4 giornate dense di stimoli a Bristol può essere condensata che dobbiamo riappropriarci della fondamentale missione della cultura e renderci conto che la dittatura dell’emisfero sinistro ha prodotto 1. Il colonialismo; 2. L’industrializzazione-globalizzazione; 3. La digitalizzazione. Per salvare l’ecosfera, e la nostra personale sussistenza in questo mondo bellissimo, abbiamo bisogno di invertire radicalmente questa strada erronea.
Per altre informazioni sul convegno: https://planet-local-summit.localfutures.org/