All’inizio della “grande accelerazione” nel secondo dopoguerra avevamo temuto che la nostra specie sarebbe finita contaminata dalle radiazioni nucleari. Poi abbiamo scoperto la letalità delle sostanze chimiche e degli inquinamenti industriali. Più recentemente abbiamo pensato che l’apocalisse sarebbe giunta dal cielo con il surriscaldamento dell’atmosfera provocato dai gas climalteranti. Infine, abbiamo temuto che la morte sarebbe penetrata dentro le nostre cellule attraverso uno dei tanti virus malefici capaci di “saltare” (spillover) tra le specie animali. Abbiamo immaginato la catastrofe attraverso perturbazioni impreviste o, quantomeno, indesiderate.
Ora, che la guerra sta risalendo fin dentro l’Europa, ci rendiamo conto che l’agente distruttivo della vita sul pianeta siamo direttamente e volontariamente noi stessi, o, per essere più precisi, quella parte di noi che dirige, condivide e alimenta i conflitti armati, la competizione economica, la predazione delle risorse naturali.
Dal nuovo libro di Paolo Cacciari “Re Mida. La mercificazione del pianeta. Lavoro e natura, economia ed ecologia”, in libreria dal 20 settembre.
Qui di seguito alcuni stralci dall’introduzione.
Introduzione Re Mida