Lo scorso 1 febbraio si sono incontrate a Bologna, su invito dell’Associazione per la Decrescita, una trentina di realtà dei movimenti ambientalisti, pacifisti, antirazzisti, del mondo dell’economia solidale e trasformativa, e con l’idea di confrontarsi attorno ad una progettualità politica comune. Hanno mostrato il loro interessamento, partecipando all’incontro o contattando i promotori: ARESS, Asilo Filangeri, Associazione Cooperazione e Solidarietà, Associazione per la decrescita, Camilla Emporio di Comunità, Campi Aperti, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Centro di Etica Ambientale di Como e Sondrio, CIAC, Comune-info, CRESER, DES Modena, Effimera, Extintion Rebellion, Fair Watch, Forum Olivetti, Greenpeace, IRIS-BIO, ISDE Medici per l’ambiente, Moneta Positiva, Movimento Decrescita Felice (osservatore), Movimento Transizione, Nigrizia, Rete Comunità locali Sostenibili, Rete sostenibilità e salute, RETICS, Scuola di Economia Trasformativa, Società dei Territorialisti e delle territorialiste, Tilt.
Di fronte alla sfida lanciata da movimenti planetari come Friday for Future e Extinction Rebellion, insieme alla “moltitudine “ di buone pratiche che da anni silenziosamente propongono modelli economici, sociali e culturali alternativi, occorre interrogarsi sulla capacità di questi mondi di offrire soluzioni sistemiche alla crisi multidimensionale, risposte capaci di avviare un vero processo di trasformazione, una via di uscita dal paradigma socioeconomico dominante del capitalismo di mercato, ecologicamente e socialmente insostenibile. Secondo i promotori dell’incontro Il primo passo da compiere – da parte della “moltitudine” di teorie e pratiche che condividono la necessita di questo cambio di paradigma è quello di ammettere la nostra attuale incapacità di fare sistema: solo liberandoci del guscio autoreferenziale che ci avvolge potremo, da una parte, riconoscere culturalmente le profonde interdipendenze che ci legano gli uni agli altri e, dall’altra, condividere politicamente le nostre esperienze e convergere verso un comune orizzonte di senso e di azione.
Come rompere questo guscio che ci impedisce di fare sistema, di intessere una vera comunità di intenti?
Vi offriamo qui una sintesi della prospettiva politica, presentata da Marco Deriu in apertura dell’incontro. L’idea di fondo è quella di creare momenti e percorsi di confronto, contaminazione e intreccio tra diversi movimenti e realtà della società civile, con l’ambizione di costruire una piattaforma comune di impegni, proposte, e magari campagne che nasca dal basso, capace di far sentire la propria voce e condizionare le decisioni prese dalle istituzioni, a partire da quelle locali. Si tratta tuttavia di creare uno spazio di azione e progettualità politica autonomo rispetto ai partiti, esterno al tradizionale terreno della competizione elettorale, facendo tesoro dei successi e degli insuccessi attraversati dai movimenti politici del passato.
Le reazioni dei partecipanti sono state convergenti rispetto a questa prospettiva. E’ emersa negli interventi, pur nella diversità delle esperienze, un senso di responsabilità nell’uscire dal proprio abituale recinto e mettere a disposizione la propria esperienza e competenza in vista di un progetto politico comune. Questa sorta di Forum delle convergenze (questo il nome provvisorio emerso durante l’incontro) si è dato il prossimo appuntamento a Bologna per la fine di Maggio inizio Giugno, con l’obiettivo di allargare ulteriormente la rete dei soggetti coinvolti e definire le aree tematiche e le metodologie da seguire in vista di un evento nazionale in programma per l’autunno – inverno 2020.
intrecciare e contaminare