Di Serena De Domicis

Sette illustrazioni (e un olio) per una critica multidisciplinare al concetto di crescita.

Acquerelli di Sofia Greaves, ricercatrice e artista, illustrano gli otto saggi della raccolta Critiques of Growth: An introduction (2025), a cura di Mario Pansera e Javier Lloveras, col proposito di accompagnarne la teorica multidisciplinare ed interconnessa. Il documento è disponibile a questo link.

In copertina, l’olio su tela “Cosmologia della lumaca” si ispira alla citazione da Ivan Illich che apre il libro: “Una lumaca, dopo aver aggiunto un numero di spire sempre più grandi alla delicata struttura del suo guscio, interrompe all’improvviso questa sua attività costruttiva. Una sola spira in più aumenterebbe di sedici volte le dimensioni del guscio. Anziché contribuire al benessere della lumaca, la graverebbe di un tale eccesso di peso che qualsiasi aumento di produttività verrebbe letteralmente schiacciato dal compito di affrontare le difficoltà create dall’allargamento del guscio oltre i limiti fissati dai suoi stessi fini. A questo punto il problema del sovrasviluppo comincia a moltiplicarsi in progressione geometrica, mentre le capacità biologiche della lumaca possono, nella migliore delle ipotesi, aumentare in proporzione aritmetica.” Ivan Illich, Gender, 1982  

 

Attraverso i contributi di Josephine Becker, Ben Robra, Alejandro Fortuny-Sicart, Noortje Keurhorst, Brais Suárez-Eiroa, Mario Pansera, Elisa Schramm, Javier Lloveras e Jacopo Nicola Bergamo, e della stessa Greaves, la raccolta tenta una panoramica delle diverse forme e discipline in cui si esprime ad oggi la critica alla crescita: dalla prospettiva offerta dall’economia ecologica a quella della ecologia politica, da quella femminista all’ecomarxista, poststrutturalista e postsviluppista. Una sorta di riassunto della teorica e degli strumenti che abbiamo a disposizione per elaborare il cambiamento, non una conclusione, però, puntualizzano i curatori, ma un punto di partenza.

Le tavole, ora surreali ora ironiche, ora metaforiche ora poetiche, e a loro volta commentate, nascono da input degli autori dei testi, proponendo un altro modo di collegare l’espressione artistica all’orientamento post-crescita. 

Apre la pubblicazione “Ecological Economics critics of Growth”, un focus sui principali argomenti avanzati dalla biofisica contro il perseguimento di una crescita economica senza fine, così come proposto dal lavoro di Nicholas Georgescu-Roegen, per discutere poi l’evoluzione dell’economia ecologica fino ad oggi. A questo primo intervento è associata l’immagine Kandinsky Economics, acquerello e stampa digitale ispirata alle forme astratte, potenzialmente evocative di verità invisibili come taluni meccanismi o effetti sottesi al sistema economico, oscuri ma impattanti.  

Si passa poi ad una panoramica sull’ecologia politica, dal lavoro di André Gorz e Ivan Illich degli anni ’70 fino alle riflessioni più recenti sulla giustizia ambientale globale. Concentrata sulle relazioni di potere e sull’interconnessione di natura e società, e sensibile a varie fonti dall’economia politica al femminismo agli studi rurali, l’ecologia politica si afferma come il luogo di analisi degli effetti sociali ed ecologici dello sviluppo economico, dunque fondamentale nello svelare e denunciare i conflitti ambientali. Useless Cash è l’acquerello di accompagnamento, buffo e drammatico allo stesso tempo: un improbabile iniquo scambio denaro-acqua a detrimento della fauna marina… 

Il terzo capitolo approfondisce, invece, altre forme di critica della crescita offerte nell’ambito dell’eco-socialismo e dell’eco-marxismo, con uno sguardo agli ultimi sviluppi delle teorie marxiste sul rapporto tra società e ambiente in relazione alla ricerca sulla post-crescita. Un albero secco, i rami in filamenti di inchiostro nero, e un’unica foglia-mano rossa che indica la sinistra gridano l’urgenza: Keep Left

Spazio, poi, è dato al pensiero post-strutturalista che si incarica di tracciare un quadro epistemologico alternativo e di fornire una “cassetta degli attrezzi” concettuale per comprendere un altro aspetto, ovvero, come la crescita economica sia costruita “discorsivamente, imposta attraverso relazioni di potere ‘capillari’ e messa in atto nelle pratiche quotidiane”. 

La tavola correlata, Project of the Otherwise, esprime l’idea che un reale cambiamento sia possibile anche se sembra arduo, così come si può fluidamente mutare la rigidità geometrica di una forma in strutture morbide, meno perentorie.

Altro fronte è quello schiuso dall’approccio post-sviluppista, nel duplice intento di ripercorrere le formulazioni apparse dagli anni Novanta (Sachs, Escobar, Latouche, Rist ecc…) e individuare gli strumenti teorici per riformulare, in chiave necessariamente non universalistica, concetti chiave come progresso e sviluppo, legato quest’ultimo a doppio filo alla stessa idea di crescita. Per tradurre in immagine questo capitolo, l’autrice si affida al mito egizio della pesatura delle anime, qui sostituite dall’ossessione dello sviluppo che paragonata alla piuma, simbolo di verità, lungi dal portare benefici finisce con lo squilibrare la bilancia facendo scivolare l’uomo verso il baratro.

Non poteva mancare, nell’ambito di questa raccolta, un contributo che si incaricasse di interrogare gli attuali presupposti di scienza e tecnologia (propulsori dell’economia di crescita) in quanto costruzioni sociali, e in un dibattito sul post-crescita ripensarne ruolo, valenza, aspirazioni, obiettivi svincolati dall’imperativo produttivistico. Da ciò la necessità di inquadrare in primis storicamente l’idea di “innovazione” ricostruendone la fortuna, inquadrandone la base ideologica, a cominciare dal concetto di “distruzione creativa” introdotto negli anni Quaranta dal lavoro seminale dell’economista Joseph Schumpeter. 

​La riflessione “Spatial Critiques of Growth” offre invece una panoramica sui diversi approcci e voci (da Weber a Lefebvre, Mumford e Illich, tra gli altri) in materia di pianificazione urbana, fin qui dettata dalle necessità del modello economico fondato sulla crescita. Evocando la convergenza di varie discipline sul tema (economia, architettura, filosofia così come geografia, arte, ecologia politica…), il testo si concentra, infine, su decrescita e post-crescita come prospettive inclusive di molte di queste rotte.

L’immagine abbinata, Don’t worry we’ll build a better one, ironizza sul paradosso del costruire per crescere mentre si minano le fondamenta della stessa struttura, raffigurando uova di squalo che giocano a Jenga con le risorse del pianeta

La raccolta si chiude con uno sguardo sulla critica femminista. Dall’evidenza di quanto capitalismo e crescita economica siano co-dipendenti dal potere patriarcale, si sottolinea l’importanza di tutti quegli orientamenti essenziali nel perseguimento di un immaginario post-crescita (ecologia politica femminista, femminismo decoloniale e postcoloniale, anarco-femminismo, ecologie queer e approcci femministi alla decrescita) che si interrogano su possibili alternative sistemiche ispirate a relazioni sociali eque e non predatorie della natura. 

A questo testo di Josephine Becker è associa l’immagine di un fungo e della sua rete di miceli che lo nutre dal sottosuolo: si tratta di The Hidden Dimension, metafora del lavoro nascosto, come il lavoro nero o il lavoro di cura, non riconosciuto né tutelato, ma che di fatto sostiene l’economia di crescita.

Questo libro, prima pubblicazione del progetto PROSPERA, è edito dal Post-growth Innovation Lab, Università di Vigo, con il sostegno dell’ERC. 

Immagine: Sofia Greaves, Kandinsky Economics. Immagine digitale e acquerello mm 297×210